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domande pagina 255 ARISTOTELE

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  FILOSOFIA Quali sono i concetti impiegati da Aristotele per spiegare il divenire di tutte le cose? In che cosa consiste la causa formale? Qual è la relazione tra il tempo e il mutamento? Di quale moto si muovono i quattro elementi fondamentali? Per spiegare il divenire introduce i termini potenza e atto, la potenza è la capacità di fare e diventare qualcosa. L'atto è la realizzazione di quella potenzialità, quindi appunto la sua realizzazione. Egli spiega il divenire come il passaggio dalla potenza all’atto.  La causa formale consiste nella forma, nel modello o l'essenza di una cosa.  Il tempo è per Aristotele il numero del movimento secondo il prima e il poi. Senza movimento non ci sarebbe neanche il tempo , quindi questo deriva dal primo. Perciò proprio come il movimento, anche il tempo è eterno. ... Uguale è il ragionamento per la fine dei tempi. (aria, acqua, terra e fuoco) I corpi, a seconda della loro consistenza, si muovono per moto naturale v

ARISTOTELE domande

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x 28 aprile domande pagina 244 Che cosa sono le sostanze dal punto di vista logico e ontologico? Qual è la differenza tra le sostanze prime e sostanze seconde? In che senso la sostanza individuale è detta “sinolo” di forma e materia? Che cos'è per Aristotele il “divenire” Dal punto di vista un tuo ontologico, una sostanza è un soggetto vero che esiste a cui appartengono le varie proprietà (i modi di essere della sostanza). Per quanto riguarda invece la prospettiva dal punto di vista logico, una sostanza è un soggetto logico in cui tutti i predicati sono riferiti e fanno riferimento. Le sostanze prime (gli individui) non sono attribuibili a qualcosa, mentre le sostanze seconde (generi e specie) possono essere invece attribuite alle prime, ovvero appunto gli individui. La sostanza è il sinolo di materia e forma, in quanto non esiste materia senza forma e viceversa, visto che sono un tutt'uno.  Secondo Aristotele il divenire è qualcosa di innegabile, in qua

Platone LE IDEE

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    le idee sono per Platone realtà unitarie, autoidentiche, eterne, inestese, immutabili, perfette e intelligibili, ossia conoscibili grazie alla facoltà noetica dell'anima”. La definizione di idea è “il modello unico e perfetto delle cose molteplici e imperfette di questo mondo” Questo concetto ci porta a riconoscere due piani dell ' essere : l'uno legato al mondo sensibile (le cose) e l'altro al mondo intelligibile (le idee) -> si parla di dualismo ontologico.  Il rapporto tra idee e cose si basa su tre fattori, che Platone definisce così: Mimesi: le cose imitano le idee , quindi vogliono essere simili a loro;  Metessi: le cose partecipano dell'essenza delle idee , quindi, pur essendo ontologicamente differenti, hanno delle basi comuni;  Parusia: le idee sono presenti nelle cose .

IL DEMIURGO

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FILOSOFIA DEMIURGO demiurgo= È una divinità buona, intelligente e priva di invidia. All'inizio il mondo era solo una caos informe, materia spaziale priva di vita che Platone chiama chora o Necessità. Il Demiurgo, essendo amante del Bene, ha voluto ordinare le cose del mondo.  Il Demiurgo non crea la realtà dal nulla ma plasma la materia preesistente senza vita, fornendo un'anima alle cose del mondo. Per rendere il mondo più simile al suo modello ideale che è eterno, il Demiurgo ha generato il tempo, “immagine mobile dell'eternità”,  Platone definisce il tempo come immagine mobile dell'eternità, intende il fatto che esso riproduce nel movimento (sottoforma del periodo dei pianeti) appunto il ciclo costante del movimento del tempo eterno.

IL MITO

IL MITO   Il termine mito viene dal greco mythos, e significa “racconto”. Esso cerca di spiegare fenomeni ed eventi che l'uomo non riusciva a comprendere   si faceva storie che avevano per protagonisti molti concetti soprannaturali. Il mito è dunque un modo fantasioso adottato dagli Antichi per provare a spiegare la realtà ed il comportamento degli uomini (es: i greci e i romani avevano una divinità per ogni stato d’animo). Nel pensiero  filosofico  il termine indica, già dall'antichità, il racconto fantastico che non prevede dimostrazione e in questo senso è opposto al logos (la dimostrazione ben fondata della verità), cui si attinge invece attraverso l'argomentazione razionale.

DOMANDE pag. 136-138-143

  FILOSOFIA domande pagina 136 Platone È stato spinto a intraprendere la seconda navigazione, perché lo ha portato alla scoperta della vera causa delle cose. Egli di essere partito da alcuni problemi di fondo e di aver cercato di risolverli seguendo le indagini condotte dai filosofi naturalisti. 2. L'idea per Platone ha un significato del tutto diverso da quello che attribuiamo noi oggi con il termine “idea”: infatti se per noi è una rappresentazione mentale di un oggetto, per Platone l'idea è un oggetto. 3. Per spiegare le relazioni che intercorrono tra il mondo sensibile il mondo intelligente Platone introduce la figura del demiurgo (ovvero un divino artefice e plasmatore). 4./ domande pagina 138 Le due grandi tipologie a cui vengono ricondotte le idee sono le Idee valori e idee matematiche. Per idee valori s'intende gli aspetti etici, estetici, politici e la giustizia). Invece per idee matematiche si intende aritmetica e geometria. 2. Il termine parr

DOMANDE pagina 131

  FILOSOFIA domande pagina 131 Denise Florian 3S 1. Secondo Platone esistono criteri di verità universali e immutabili, cioè validi per tutti indipendenti dalle esperienze sensibili e dalle circostanze e questi criteri sono le idee. 2. Sì e si tratta della conoscenza razionale che rispecchia il mondo immutabile e perfetto delle idee e comprende due livelli: la ragione scientifica e l'intelligenza filosofica. 3. Il bene per Platone è un ideale di perfezione che l'uomo deve perseguire sia a livello individuale che sul piano sociale. L'uomo deve perseguire quattro virtù fondamentali: la saggezza, la forza d'animo, la temperanza e la giustizia. 4. Sì, per Platone la conoscenza del bene è non solo sufficiente ma anzi indispensabile per la realizzazione di una società giusta perché fa parte del suo progetto educativo.  Essa porta proprio all'aspirazione del Bene come criterio fondante di ogni società. 5. Secondo Platone l'origine dell'ordine presente